"Monuments to shameful historical legacies, like Confederate statues in the United States, are often caught between demands for preservation and calls for destruction. In Bolzano, the commission managed to avoid that binary by de-signing a kind of counter-monument."
Harper's Magazine, August 2020, p. 63.
"Früher grüsste der Duce ungestört – doch kürzlich hat Südtirol eine Lösung für den Umgang mit fragwürdigen Denkmälern gefunden.
Nach jahrzehntelangem Streit darüber, ob Denkmäler von Benito Mussolini abgerissen oder stehen gelassen werden sollten, hat man sich in der norditalienischen Grenzregion auf eine Alternative geeinigt, die Vorbild für andere sein könnte."
NZZ del 15 luglio 2020, p. 5 (Ruth Fulterer)
BATTISTI_RELOADED
Frammenti di un discorso su Cesare Battisti 1916–2016
Il 12 luglio 2016 ricorre il centesimo anniversario della morte di Cesare Battisti, figura centrale della storia novecentesca della nostra regione, la cui memoria ha percorso un cammino spesso lacerante e costellato di profonde contraddizioni a causa delle strumentalizzazioni propagandistiche del periodo totalitario.
La Città di Bolzano ricorda oggi l'ecclettica attività del politico e intellettuale trentino valorizzando e contestualizzando i beni e le fonti storiografiche e bibliografiche in suo possesso. Dai testi “battistiani” del Fondo Pedrotti, depositato presso la Biblioteca Civica di Bolzano, nascono quattro reading che raccontano Cesare Battisti, anche in vesti meno conosciute. Le letture, a cura del Teatro Stabile per il coordinamento di Andrea Bernard, sono interpretate da attori riconosciuti nel panorama teatrale italiano e locale. L’Archivio Storico della Città di Bolzano cura, inoltre, una conferenza/spettacolo – con Patrizia Pfeifer e Hannes Obermair – che illustra come importanti rappresentanti della storiografia e letteratura germanofona, in primis Karl Kraus, Franz Tumler e Claus Gatterer, abbiano saputo rileggere la figura di Cesare Battisti inquadrandolo in una cornice storica priva di strumentalizzazioni ideologiche.
Gli eventi avranno luogo presso il Parco della Vittoria e si terranno ogni giovedì sera alle 18.30.
I testi del Fondo Pedrotti, di grande valore antiquario oltre che scientifico, saranno esposti in una vetrina “interattiva” allestita all’interno del percorso espositivo nel Monumento alla Vittoria. Perché il Fondo Pedrotti? Giovanni Pedrotti (1867-1938), borghese, liberale, irredentista, fu membro di spicco della élite intellettuale raccolta attorno alla Società degli Alpinisti Tridentini, di cui fu anche presidente. È ricordato in Trentino come fotoamatore, così appassionato di fotografia che senza il bisogno di svolgere la professione, si annovera tra i primi grandi professionisti. Nel 1914 firmò, con Guido Larcher e Cesare Battisti, una petizione dei trentini al re d'Italia per l'intervento in guerra contro l'Austria; di lì in poi si trasferì a Roma dove si prodigò nell'assistenza ai fuoriusciti e profughi delle terre irredente. Fu un grande cultore di storia patria: nella sua Biblioteca privata raccolse pubblicazioni di vario genere, soprattutto di argomento trentino-tirolese. Nel 1951 il Comune di Bolzano acquisì la parte più consistente della sua "Biblioteca trentina", le opere rimanenti sono conservate presso la Biblioteca della Montagna-SAT di Trento. In mostra potremo vedere una selezione bibliografica dei testi depositati a Bolzano dedicati alla “questione” Cesare Battisti.
BATTISTI_RELOADED proseguirà a ottobre 2016 con una serie di conferenze dedicate alla storia del Fondo Pedrotti, all’iconografia battistiana a Bolzano e al significato della sua presenza in Alto Adige. In collaborazione con l’Istituto Tecnico Economico Cesare Battisti oltre ad un incontro dove si potrà approfondire la storia delle intitolazioni bolzanine a Cesare Battisti, saranno avviati dei progetti “wiki” con gli studenti dell’istituto, che potranno approfondire e studiare le fonti storiografiche messe a disposizione dal Comune, valorizzandole attraverso quella forma di documentazione, educazione e formazione collaborativa offerta oggi dai social e in particolare dal mondo wiki.
Menzione speciale della giuria al percorso espositivo nel Monumento alla Vittoria
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Il percorso espositivo nel Monumento alla Vittoria di Bolzano ha ottenuto un importante riconoscimento nell'ambito del Premio Museo Europeo 2016 assegnato lo scorso week end tra Tolosa e San Sebastian nei Paesi Baschi. L'European Museum of the Year Awards (EMYA), è un riconoscimento conferito ai migliori spazi museali europei assegnato ogni anno dal Forum Museo Europeo (European Museum Forum) sotto l'egida del Consiglio d'Europa, con candidature (49 da 24 diversi paesi) riservate a musei di recente apertura o aggiornati e ampliati nel corso dell' ultimo biennio.
"Bz '18-'45: un monumento, una città, due dittature - Il percorso espositivo nel Monumento alla Vittoria" ha ricevuto una "Special Commendation", ovvero una menzione speciale. Oltre al primo premio, vinto dal museo polacco "POLIN: Museum of the History of Polish Jews" dedicato alla storia degli ebrei polacchi e al loro contributo nella creazione della Polonia e dell'Europa, la giuria ha conferito cinque menzioni speciali a musei (tra cui anche quello di Bolzano) che si sono distinti in modo particolare per il ruolo sociale svolto o le peculiarità progettuali.Di grande significato anche le parole scelte dalla giuria per motivare l'assegnazione del riconoscimento. "La mostra - si legge- reintegra un monumento controverso, servito a lungo come centro delle battaglie politiche, culturali e di identità regionale. Il progetto è profondamente coraggioso e professionale e promuove umanitarismo, tolleranza e democrazia".
Il percorso espositivo documenta la storia del Monumento e le sue intenzionalità celebrative e storiche, nel quadro della più generale illustrazione delle vicende della città di Bolzano dal 1918 al 1945. Un intervento di storicizzazione reso possibile grazie ad un accordo di programma siglato il 3 gennaio del 2012 al Commissariato del Governo dai rappresentanti di Stato, Provincia e Comune di Bolzano.
Un percorso espositivo progettato e realizzato sulla scorta dell'elaborato redatto dalla commissione di studio paritetica (Stato-Provincia-Comune) istituita allo scopo e composta dal direttore regionale per i Beni Culturali Ugo Soragni e dai membri di designazione delle parti: Andrea Di Michele, Hannes Obermair, Christine Roilo e Silvia Spada. L'allestimento della mostra è stato concepito da Gruppe Gut e Jeffrey T. Schnapp.
"Il percorso espositivo "BZ '18-'45: un monumento, una città, due dittature", inaugurato nel 2014, documenta in 13 locali e su 700 mq la storia del Monumento alla Vittoria e i suoi significati ideologici nonché più in generale le vicende locali dal 1918 al 1945 correlate alle dittature fascista e nazionalsocialista.
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Le aree tematiche consentono di approfondire storia e interpretazioni del monumento, la Prima guerra mondiale, il cambio di sovranità, la nascita del regime fascista e gli effetti della svolta autoritaria, la creazione della "città italiana" e le politiche dell'italianizzazione, i palazzi della politica e militari, formazione, arte e cultura, la politica sociale e l'industrializzazione, le Semirurali, le Opzioni e la Seconda guerra mondiale, fino ad illustrare la fine del conflitto e la nascita del primo Statuto di autonomia. Il monumento, progettato dall'architetto Marcello Piacentini ed eretto a simbolo del regime fascista il 12 luglio 1928, anniversario della morte dell'irredentista trentino Cesare Battisti, rappresenta oggi un simbolo contro ogni forma di totalitarismo.
Per monitorare l'attuazione dell'accordo è stato istituito anche un collegio di vigilanza composto da tre membri nominati, uno ciascuno, dal Ministero, dal Comune e dalla Provincia Autonoma di Bolzano.
Il museo, liberato della sua carica ideologica e reso accessibile al pubblico, è stato ufficialamente inaugurato il 21 luglio 2014, dal Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini il quale, lodandone l'intervento di storicizzazione, in quell'occasione dichiarò testualmente: "Oggi non inauguriamo soltanto una nuova pagina nel rapporto tra Bolzano e la sua storia. ma anche una nuova pagina dell'autonomia". Nel 2015 oltre 24.300 persone hanno visitato la struttura, (oltre 110 scolaresche e 4.000 studenti) per un totale dall'apertura ad oggi di oltre 55.000 persone.
"Bz '18-'45: un monumento, una città, due dittature", racconta una storia capace di parlare in modo neutrale ai suoi visitatori. Una recente indagine di gradimento condotta sul pubblico testimonia di quanto l'operazione culturale sia stata accolta con successo dalla comunità locale, nonché dai numerosi turisti che lo frequentano Il percorso nel Monumento alla Vittoria affronta i problemi di una eredità scomoda, con l'obiettivo di restituire un monumento alla città trasformandolo con spirito europeo in luogo della storia.
Bz '18-'45, ambisce a diventare un punto di riferimento importante per la memoria anche a livello internazionale, entrando nella rete europea dedicata a tutti quei luoghi che mantengono viva la memoria del secolo passato.
Questo premio europeo è l'ulteriore riconoscimento del valore del percorso di storicizzazione intrapreso insieme da Stato, ovvero Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo, Provincia autonoma di Bolzano Alto Adige e Comune di Bolzano.
Un percorso espositivo nel Monumento alla Vittoria
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Il percorso espositivo "BZ '18–'45. Un monumento, una città, due dittature", aperto al pubblico nel luglio del 2014, illustra la storia del Monumento alla Vittoria, eretto a Bolzano dal regime fascista tra il 1926 e il 1928 su progetto di Marcello Piacentini.
Vengono ripercorse le vicende storiche locali, nazionali e internazionali degli anni compresi tra le due guerre mondiali (1918–1945), legate in particolare modo all’avvicendarsi di due dittature (quella fascista e quella nazionalsocialista) e vengono illustrati i radicali mutamenti urbanistici operati nella città di Bolzano, a partire dalla fine degli anni Venti. -
Il percorso espositivo affronta, infine, il difficile rapporto di convivenza di una così ingombrante eredità dell’epoca fascista con il territorio, nel mutato quadro politico e sociale della seconda metà del Novecento fino ai giorni nostri.
La decisione di aprire al pubblico il Monumento e di creare il percorso espositivo è stata presa congiuntamente nel 2012 dallo Stato italiano per il tramite del Ministero per i beni e le attività culturali e del turismo, dalla Provincia Autonoma di Bolzano e dal Comune di Bolzano.